4 ago 2012

Dieci se va male
















Spalle appoggiate ad un muro bruciato
gusti una sigaretta stanca come un vino pregiato
capelli di lana nera legati sui pensieri
lasci cadere nel cielo i tuoi occhi neri
scuri e lontani come buchi nella carta
il cappotto t'abbraccia come una coperta
il freddo imbianca l'aria del tuo respirare
il tempo è brutto ma dovrà migliorare


Poi sospiri e lanci via la brace
fai un colpo di tosse per schiarirti la voce
metti sulla faccia un'espressione felice
e ritorni a un lavoro che non ti piace

Sei volte al giorno o dieci, se va male
stesso muro, altra sigaretta, stesso rituale
lo guardo, dalla finestra sporcata di dita
dal palazzo accanto t'osservo la vita

A volte ti vedo portare caffè ai tavolini
mi piace guardarti le mani quando cammini
le tue dita da piano contese da vassoi e comande
o dai tuoi denti nervosi se il giorno è pesante

Non so com'è la tua voce ma la immagino spesso
leggendo le labbra scandire un altro "permesso"
per farti strada nella maleducazione della gente
che non ti guarda neanche e nemmeno ti sente

Ho comprato il libro che t'ho visto portare
tra le mani una volta, avevi finito di lavorare
e andavi in metro, camminando elegante
così vera e decisa e da sembrare arrogante
in quelle converse che indossi come tacchi 
e io che colpevole aspetto ore che stacchi
per prendere lo stesso treno in cui tu sali
Io che bugiardo e stupido fingo incontri casuali
e che se mi stai avanti non riesco a parlare
io che se tu mi guardi, non ti riesco a guardare

Vorrei saperti dire che sei bella, che sei arte
che saprei restare lì nelle tue notti incerte
che mi perderei nel miracolo del tuo ridere
che dal mondo intero ti saprei difendere
che prenderei ogni lacrima come un dono
che sono solo questo, ma ti darei tutto quel che sono

Ho imparato il tuo corpo, indovino il tuo umore
ho imparato il tuo viso distratto da un rumore
o sorpreso o stancato da un turno maledetto
ma domani, domani dirò tutto. Prometto.

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